Corrado Calabrò

Corrado Calabro

Motivazione: per la meritevole opera artistico-letteraria

Nota critica di Massimiliano Pecora

Autore di chiara fama, Corrado Calabrò ha sempre accompagnato la sua attività di giurista a un lungo e fabbrile sodalizio con la poesia e la letteratura. La vasta produzione risalta per continuità, radicandosi negli anni Sessanta e proseguendo quasi ininterrottamente fino al recente Mare di luna. Le opere dello studioso reggino, pubblicate nelle più prestigiose collane editoriali del panorama italiano e straniero, sono tradotte in almeno una ventina di lingue ed evocano, come in La Scala di Jacob – la silloge vincitrice della XXVII edizione del Premio Internazionale ‘Città di Pomezia’ –, una sorta di ‘strappo ontologico’, un momento di stasi in cui l’artista contempla, per un breve istante, l’informe e l’impredicabile, la realtà infinita che va ben oltre il rozzo compromesso dei sensi.

Pur avallando un retroterra neoromantico, Calabrò canta un umanesimo civile che si presta ai ricordi di infanzia e al recupero delle tragedie della storia. Chiamate a convegno tutte le muse delle arti, l’autore di La Stella promessa, la bella raccolta del 2009, si mostra incline a sperimentare anche i registri satirici, ritraendo la dura lotta dello scrittore con le condizioni eteroclite dell’ispirazione e con quei consessi umani che, pur denegando il valore della poesia, non possono fare a meno di eleggerla a ultimo rifugio dell’anima. Per il valore della sua produzione bibliografica e per la sua lunga e proficua carriera letteraria, il Centro Studi Sisyphus conferisce, all’interno della XXVIII edizione del Premio letterario internazionale ‘Città di Pomezia’, la targa al merito all’indirizzo del poeta e artista Corrado Calabrò.